Laghetti collinari, alcune riflessioni su un loro uso in alternativa alle vasche di espansione

Tempo fa il M5S Abruzzese ha proposto di realizzare centinaia di laghetti invece delle vasche di laminazione delle piene del fiume Pescara. Abbiamo calcolato che con gli stessi soldi previsti per le vasche si poteva realizzare una capacità di accumulo delle acque piovane almeno tripla (nella più pessimistica delle previsioni) realizzando centinaia di laghetti collinari. Quindi già per questo secondo me è ovvio cosa sarebbe meglio fare. Ma ho pensato che fosse meglio spiegare nei dettagli questo progetto, che avrebbe tantissime altre ricadute positive per la nostra regione.

Partiamo dall'argomento da cui è nato questo dibattito.

Le esondazioni dei fiumi, in questo caso il Pescara, ma quanto scriverò vale per tanti altri bacini fluviali del nostro paese.

Tanti quando si parla di alluvioni dicono che sono sempre avvenute. Si, ci sono state anche in passato. Ma se si vanno a leggere i dati storici si scopre che dal 1950 al 2005 la media degli eventi alluvionali eccezionali in Italia non superava i 5 all'anno, nel 2010 siamo arrivati a 18. Chi studia il clima sa cosa sta accadendo. I fenomeni atmosferici estremi (siccità prolungate, precipitazioni eccezionali) sono legate allo sconvolgimento delle correnti stratosferiche, i jetstream, venti un tempo molto regolari e veloci che ora stanno subendo delle alterazioni notevoli sia nella velocità che nel percorso a causa del maggiore riscaldamento del polo rispetto alle zone temperate. Quindi le alluvioni sono e saranno un fenomeno sempre più importante. Infatti la nuova grande opera che ci propongono in molti posti sono le vasche di laminazione, praticamente delle vasce poste ai lati di un fiume dove far fluire le acque in eccesso per ridurre il rischio esondazione. Il principio è ovvio e ragionevole, togliere una parte dell'acqua del fiume in piena, per farla defluire in un secondo momento. Ovviamente si cerca di risolvere un problema creato dall'uomo. Bastava lasciare il giusto spazio ai fiumi e non cercare di farli scorrere in un letto artificiale, e non costruire negli alvei alluvionali come invece è stato fatto quasi ovunque, ed il problema non ci sarebbe stato.

Ma ora c'è e si cercano soluzioni. Nelle grandi pianure le vasche di laminazione possono essere una soluzione che se ben progettata può avere anche delle ricadute positive per l'ambiente.

Ma nei territori collinari e montani del nostro paese penso che ci possano essere soluzioni migliori.

Nel settentrione l'acqua è sempre stato un problema, le opere per regolarne il deflusso si sono sempre fatte, una lotta secolare dell'uomo per evitare che l'acqua faccia danni. Insomma "troppa acqua". Al centro e soprattutto al sud il problema è spesso stato l'opposto. Lunghi periodi di siccita`, molte zone coltivabili solo in inverno, insomma una lotta per l'acqua, non contro.

Ma anche al sud le alluvioni sono in aumento.

Molte delle nostre regioni sono costituite da territori collinari.

Bacini idrografici costituiti dai corsi d'acqua principali, dai loro affluenti minori, e da migliaia di piccole valli percorse da corsi d'acqua temporanei, fossi in cui l'acqua scorre solo quando piove o per periodi più o meno lunghi in inverno. Ed è proprio qui che pensiamo sia il posto ideale dove intervenire.

In questi fossi realizzare dei laghetti è relativamente facile, l'invaso c'è già, basta realizzare uno sbarramento di terra con una piccola opera in cemento per il deflusso dell'eventuale acqua in eccesso. Di esempi di laghetti del genere ne abbiamo a dozzine. Un tempo se ne realizzavano molti, poi purtroppo non si è continuato in quella direzione. Penso che sia giunta l'ora di investire di nuovo in questo tipo di opere. Per come è fatto il nostro territorio potremmo realizzare laghetti per accumulare decine di milioni di metri cubi di acqua nelle zone collinari. Le alluvioni sarebbero un ricordo del passato. Ma i vantaggi sarebbero anche tanti altri.

Innanzitutto le vasche di espansione si realizzano a fianco del corso d'acqua principale, nelle zone di pianura alluvionale. Nelle grandi pianure tipo quella del Po o dell'Arno di spazio per realizzare queste opere ce n'è più o meno in abbondanza, mentre nelle zone per lo più montane o collinari di tante regioni italiane i terreni di pianura alluvionale sono molto meno abbondanti e per questo preziosi. Occuparli con questo tipo di opere vorrebbe dire occupare ettari di suolo agricolo tra i migliori. I laghetti collinari invece si potrebbero realizzare su terreni marginali, spesso fossi con pendenze scomode da lavorare.

Per le vasche si deve per forza espropriare il terreno a molti proprietari, mentre per i laghetti diffusi sparsi sul territorio basterebbe un bando regionale di finanziamento per i proprietari di terreni agricoli per la realizzazione dei laghetti. Invece di espropriare a forza i terreni necessari per realizzare le vasche basterebbe finanziare le richieste dei proprietari che ne faranno richiesta. Voglio proprio vedere chi ha terreni in collina e gli offrono un finanziamento al 100% per realizzare un invaso per la raccolta dell'acqua piovana e non ne approfitta. Penso che anche da un punto di vista politico e sociale sia un metodo più corretto.

Ovviamente tanti terreni che ora non sono irrigui lo diventerebbero. Poter irrigare raddoppia la produttività di un terreno, cosa che potrebbe rendere molto più proficuo coltivare tante piccole proprietà che oggi non vengono più coltivate perchè non abbastanza produttive. Insomma coi laghetti sparsi sul territorio il "problema" acqua diventerebbe una risorsa per molti.

Con tanti laghetti si avrebbe anche un aumento della biodiversità. Specie quelli posti nelle zone meno inquinate potrebbero diventare delle oasi di riproduzione per tante specie legate all'acqua, pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi e tantissime specie di invertebrati, molte delle quali si nutrono anche di insetti nocivi in agricoltura.

Alcuni laghetti potrebbero diventare anche aree protette per la riproduzione di specie minacciate dalla sempre maggiore distruzione degli habitat naturali, diventando di fatto dei serbatoi di biodiversità dai quali in futuro si potrebbe attingere per ripopolare le aree che man mano si potrebbero recuperare.

Questi laghetti se ben gestiti possono diventare anche degli ottimi osservatori per la fauna che potrebbero attirare anche un turismo naturalistico in crescita.

Altri laghetti si potrebbero utilizzare per diverse attività ricreative e sportive, dalla pesca al canottaggio a tante altre attività che negli ultimi anni si stanno sviluppando in diversi bacini artificiali anche nella nostra regione. Potremmo trasformare la nostra regione in un paradiso per pescatori sportivi che attirerebbe molti turisti anche da fuori regione.

Ovviamente alcuni laghetti si potranno anche utilizzare per l'allevamento di pesci, sia per la pesca sportiva che per la vendita diretta.

In molte zone del mondo stanno anche sperimentando l'effetto sulle falde acquifere dei laghetti posti nelle zone collinari, ed i risultati sono molto positivi. Trattenendo l'acqua nei laghetti nelle zone collinari l'acqua ha più tempo per penetrare in profondità andando ad alimentare le falde acquifere. In alcune zone aride dell'India sono riusciti a decuplicare la superficie irrigua disponibile grazie ad interventi del genere. Purtroppo oggi la maggior parte dell'acqua piovana, soprattutto durante precipitazioni intense, non riesce a penetrare nel suolo a defluisce rapidamente verso valle. La causa di questo fenomeno nelle zone agricole va anche ricercato in pratiche agricole non sostenibili. Il prolungato uso di concimi minerali ha portato ad un generale impoverimento del suolo per quanto riguarda la componente organica, che è quella maggiormente capace di rendere i suoli drenanti ed assorbenti, cioè che permette all'acqua di penetrare nel suolo ed al suolo stesso di assorbire e trattenere l'acqua. Ma qui entriamo in un altro argomento da trattare a parte, anche se strettamente collegato con la prevenzione delle esondazioni dei fiumi.

I laghetti in molti casi potrebbero svolgere anche un'importante funzione di depurazione delle acque. I concimi dilavati dalle piogge finirebbero in questi 

laghetti dove le piante acquatiche e le tantissime alghe microscopiche trasformano questi nutrienti solubili in sostanza vegetale che poi entra nella rete alimentare, contribuendo ad aumentare la biodiversità. Ed impedirebbero a queste sostanze di raggiungere fiumi ed infine il mare, dove sono responsabili di fenomeni di eutrofizzazione, fioriture algali che in passato hanno provocato delle vere e proprie catastrofi ambientali.

Un altra funzione simile alla precedente che i laghetti svolgerebbero è quella di bacini di decantazione dei materiali trasportati dalle piogge. La parte più fine del suolo che viene dilavato dalle piogge finirebbe in questi laghetti decantando lì senza finire nei fiumi e poi depositarsi alla foce, tanto per citare un problema che affligge Pescara e che si potrebbe rendere molto meno grave grazie a questo tipo di interventi a monte.

I laghetti ovviamente col tempo si riempiranno di terra, in genere tutta terra finissima e fertile. In pratica i laghetti diventerebbero il luogo di raccolta di terreno fertile che normalmente finirebbe in mare. E se consideriamo che i fenomeni atmosferici eccezionali saranno sempre più frequenti, e che questi stanno accelerando i processi di erosione del suolo i laghetti potrebbero essere dei veri e propri salvadanai di suolo fertile. Se tra un secolo o giù di lì si dovessero riempire troppo basterebbe svuotarli e trasformare l'ormai ex-laghetto in un ottimo terreno agricolo. E magari spostare la diga un pò a valle o a a monte.

Un altro ruolo importante dei laghetti è quello nella prevenzione e nella lotta agli incendi. Avere tanti invasi pieni di acqua può rendere molto più efficace l'intervento dei vigili del fuoco. Ci sarebbero molte più pompe disponibili per intervenire rapidamente. Penso alle pompe che gli agricoltori userebbero per irrigare i campi. In certi casi anche queste si potrebbero usare per contenere un incendio. Daremmo a chi davvero vive in campagna i mezzi per potersi difendere dai sempre più frequenti incendi. Senza considerare che ovviamente dove c'è un laghetto, che nei fossi spesso è di forma molto allungata, c'è ovviamente una barriera antincendio naturale.

In situazioni particolari, dove si potranno realizzare diversi laghetti nella stessa valle si potrebbero usare come accumulatori di energia. Un pompa alimentata da un impianto fotovoltaico durante il giorno pompa l'acqua dall'invaso più in basso a quello più in alto e durante la notte si può sfruttare la pendenza per un piccolo impianto idroelettrico che fornirebbe energia di notte. Qualcuno dirà microimpianti, non fanno un granchè, ma per una o alcune famiglia di agricoltori rendersi autonomi dal punto di vista energetico potrebbe non essere così poco importante.

Se poi i laghetti fossero davvero tanti come nei miei sogni avremmo addirittura degli effetti microclimatici. Nei periodi di particolare siccità accompagnata da venti caldi l'evaporazione contribuirebbe a diminuire lo stress per le piante coltivate, sia abbassando la temperatura che umidificando l'aria torrida.

Un altro vantaggio dei laghetti sarebbe la ricaduta occupazionale. Mentre le vasche di laminazione darebbero lavoro soltanto durante la costruzione e ad alcuni tecnici per la manutenzione coi laghetti a parità di soldi spesi si creerebbero molti più posti di lavoro a tempo indeterminato.

Pensate a quanti posti di lavoro si potrebbero creare. Migliaia di posti in un'agricoltura che avrebbe nuovo ossigeno, nel turismo naturalistico, nella protezione ambientale, nelle attività ricreative e sportive, nell'itticoltura. Migliorando anche l'acqua del nostro mare, con le ovvie ricadute turistiche anche sulla costa.

Questo per quanto riguarda gli effetti diretti per la nostra regione. Ma ho voluto studiare anche gli effetti dei laghetti in un ottica più ampia. Il problema che ci ha portato a pensare a soluzioni del genere è il cambiamento climatico in atto.

Come influiscono i laghetti sulle cause del cambiamento climatico, cioè i gas serra, in particolare la CO2 (anidride carbonica)?

Per realizzarli ci vogliono ovviamente macchine pesanti che hanno le loro emissioni.

I laghetti in genere assorbono più ossigeno di quanto ne emettano, quindi sono una fonte di CO2.

Ma se utilizziamo quell'acqua per un secolo per irrigare i campi, raddoppiandone la resa, raddoppiamo anche la produzione di sostanza organica e quindi l'assorbimento di CO2 che le piante utilizzano per produrre cellulosa ed altre molecole a base di carbonio. Se poi utilizzassimo parte di questa sostanza vegetale per riarricchire i terreni agricoli, fissando quel carbonio nel suolo daremmo un contributo importante al riassorbimento della CO2 che emettiamo bruciando combustibili fossili. Ovviamente se vogliamo sopravvivere dobbiamo abbandonare l'era dei combustibili fossili, ma nel frattempo cercare di assorbire più CO2 possibile non è una cosa di secondaria importanza. Aumentando al contempo la capacità del suolo di assorbire acqua.

Facendo i debiti calcoli i laghetti, specie se usati per irrigare le coltivazioni, contribuirebbero alla lotta ai cambiamenti climatici aumentando la nostra capacità di assorbire C02.

Penso che il tempo delle grandi opere in Italia debba per forza volgere alla fine, per essere sostituita da tante piccole opere, sia di manutenzione dell'esistente sia di creazione di nuovi tipi di infrastrutture, più leggere e meno energivore, con grande attenzione ai cambiamenti climatici in corso, iniziando a tenere in maggiore considerazione quello che gli specialisti di molte branche della scienza ci stanno dicendo da anni.

Ad un tavolo di discussione sulla sociologia delle opere pubbliche incentrato sulle vasche di espansione ho avuto modo di esporre quanto riassunto in questa pagina, e tutti alla fine hanno accettato come valida questa proposta. La domanda successiva è stata:"Ma perchè un'idea così buona non è stata accolta con maggiore attenzione?" La risposta è stata che non camminava su abbastanza gambe. Siamo in troppo pochi a capirne le implicazioni positive. Cercheremo di lavorarci.

 

P.S. 08/02/2018 Ho scoperto con piacere che il WWF ha lanciato la campagna "One Milion Ponds" con motivazioni praticamente identiche a quelle che scrivo qui sopra. Le "gambe" aumentano...